64 Modello di indotto a tamburo
n. 787 / 1941 - £ 110,00 ( Vol. IV n. 5730 )
110x110x225 / Officine Galileo
Model of drum rotor
A model of drum rotor for electrical engines, structured like the model of “squirrel-cage” rotor. The model of drum rotor represents one of the two main parts making up an alternating current engine; it was built only after the great discovery of the rotating magnetic field, made by Galileo Ferraris in 1885.
Modello di indotto a tamburo per motore elettrico, strutturato secondo il modello di rotore a gabbia di scoiattolo. E’ costituito da un cilindro in legno scanalato e verniciato che rappresenta il nucleo magnetico composto da lamelle circolari; nelle scanalature sono fissate, in modo da formare una gabbia, dodici sbarre chiuse tra due anelli disposti frontalmente l’uno rispetto all’altro.
Il rotore, detto anche indotto, è libero di girare attorno ad un asse; se viene posto nella cavità di un induttore fisso recante sulla superficie esterna delle sbarre di rame disposte secondo le generatrici del cilindro e viene lanciata una corrente trifase, per il campo magnetico che si genera, si ottengono intense correnti nell’avvolgimento del rotore stesso che magnetizzano fortemente il cilindro, mettendolo in rotazione.
L’indotto a tamburo rappresenta una delle due parti principali che formano il motore a corrente alternata, realizzato praticamente soltanto dopo la grande scoperta del campo magnetico rotante fatta nel 1885 da Galileo Ferraris.
Con l’"alternomotore Ferraris", il cui prototipo risale al 1888, si è risolto il problema di ottenere un motore che funzionasse in corrente alternata e che si avviasse da solo una volta chiuso il circuito.
Tale motore, per le caratteristiche tecniche particolarmente vantaggiose, come il fatto di mantenere la velocità uniforme nonostante le variazioni di carico, ha avuto una rilevante diffusione nell’industria. L’invenzione del motore asincrono mise a disposizione dell’industria una fonte di energia che determinò una drastica trasformazione delle fabbriche. Alberi, pulegge e cinghie che avevano caratterizzato per un secolo l’epoca della macchina a vapore vennero sostituiti da fili che portavano l’energia da una lontana centrale.